Prospettive

Quella fantastica appendice del libero arbitrio chiamata telecomando.

L’editoria è un organismo pluricellulare complesso che vive, prolifera, consuma e produce rifiuti. La differenziata però non funziona ancora molto bene nella nostra comunità e alcuni di questi scarti riaffiorano spesso in superficie. Tolto l’ovvio imbarazzo nel vedere un residuo bituminoso tornare a galla di un ecosistema già fragile, dobbiamo anche essere intellettualmente onesti e ammettere che certi residui individuali e/o collettivi sono sempre esistiti e che due più due non ha mai fatto cinque. Sono decenni che personaggi equivoci serpeggiano fra le righe dell’informazione e che a furia di strisciare sono riusciti ad assumere posizione quasi eretta e hanno poggiato la loro traballante colonna vertebrale sugli stessi diritti di quelli che, invece a ragione, si sono conquistati il loro posto nella catena evolutiva.

Vittorio Feltri, ad esempio, nasce miserabile e invecchiare certo non gli giova, e lo acclara quando impunemente afferma che i meridionali non è che soffrono di un complesso di inferiorità, sono proprio inferiori a tutti gli effetti. Mario Giordano, d’altra parte, affetto com’è dalla sindrome di Benjamin Button nonché da palese ebetismo, di sottecchi ridacchia e tiepidamente si dissocia, dicendosi preoccupato che i suoi ascoltatori cambino canale. Tranquillo, nessuno cambia canale; le scimmie che si tirano merda allo zoo sono molto più intelligenti e dotate di senso critico dei tuoi ascoltatori, che a differenza appunto delle scimmie dello zoo, non sono nemmeno dotati di opponibili per afferrare il telecomando e cambiare canale.

Comprendo lo sdegno della comunità civile e lo condivido, ma non mi stupisco più tanto. Più che altro sarebbe da chiedersi perché i media abbiano per anni avallato demagogia e demagoghi, propagande razziste fondate su una presunta superiorità di alcuni rispetto a altri, deliri sovranisti, e perché l’etica pubblica continui a permetterlo. Parlavo di opponibili poco fa; un po’ come la temporanea mancanza di un vaccino ci sta indicando vie alternative per far fronte al nemico dei nostri giorni, sta a noi adottare le contromisure necessarie per contrastare l’inquinamento dell’informazione fino a che il sistema non sarà abbastanza forte da sviluppare da solo gli anticorpi. Il telecomando, in questo senso, deve essere universalmente inteso come simbolo e applicazione per eccellenza del libero arbitrio da estendersi a tutti i dispositivi materiali e intellettuali in nostro possesso, al fine di estromettere certi personaggi dalla comunità civile.

Ci sono tuttavia segnali incoraggianti; alcuni in profondo stato confusionale si stanno estromettendo da soli con deliri veri e propri e dichiarazioni da bromuro per endovenosa, altri, già abituati a latrare, sono definitivamente diventati idrofobi e ora vivono sedati 22 ore al giorno e svegliati solo per mangiare. Un po’ come sta accadendo a Sgarbi, finalmente.

La scelta che attuiamo nel momento in cui decidiamo consapevolmente di isolare ed emarginare individui e posizioni fuori dalla storia e dalla catena evolutiva di un mondo civile, sono potentissime armi in nostro possesso e rappresentano anche la via più virtuosa che abbiamo per evitare di cadere a nostra volta nel dibattito becero e sguaiato dell’informazione un tanto al chilo. Questo articolo aderisce alla campagna per l’uso consapevole del telecomando.

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