L'invasione degli ultracorpi
È il 1956, la Allied Artists si è appena assicurata i diritti del romanzo “The Body Snatchers”; nel febbraio dello stesso anno e con un budget irrisorio anche per il periodo, la casa di produzione californiana darà alla luce quella che sarebbe poi diventata una delle pellicole più iconiche della fantascienza di tutti i tempi, “Invasion of the Body Snatchers” (L’Invasione degli ultracorpi).
La trama in breve: il dottor Bennell racconta al collega dottor Hill che la città di Santa Mira è stata invasa dagli alieni. Crescendo all’interno di enormi baccelli, questi visitatori si sostituiscono agli abitanti durante il sonno e divengono dei perfetti replicanti, esseri dallo sguardo vitreo, senza emozioni o sentimenti e dal pensiero azzerato. Bennell prova a dare l’allarme, ma nessuno gli crede. La catastrofe.
Non so se vi è mai capitato di sentirvi come Bennell. A noi capita continuamente. Vedi cose strane, talvolta incredibili, dai l’allarme ma nessuno ti crede o peggio ti imbatti in un replicante.
Ma qual è il limite di guardia prima di suonare l’allarme baccello?
Proprio qualche giorno fa leggevamo su Facebook di un amico che consigliava di fare i prossimi acquisti natalizi in monopattino, allegando ovviamente foto didascaliche. A parte l’idiozia in sé, credetemi, è letteralmente impossibile che il nostro amico, che chiameremo Gianfelice, persona intelligente e fedele compagno di scorribande giovanili si sia improvvisato influencer e non abbia resistito alla tentazione di mettersi in mostra nonostante non avesse nulla di nulla da dire.
Davvero siamo arrivati al punto in cui il pensiero è divenuto così debole che persino uno straccio di idea può sopravvivere e proliferare? Di esempi come questo ce ne sono a centinaia, è vero, ma quello appena riportato, che ci tocca così da vicino, ci ha spinti a riflessioni più profonde, come la seguente: Gianfelice è stato fatto fuori mentre dormiva e sostituito da un replicante cresciuto in un baccello dell’iperspazio. Francamente è l’unica spiegazione possibile.
E allora noi suoniamo la sirena e ci rivolgiamo a voi come il dottor Bennell si rivolgeva al dottor Hill, e a scapito della nostra stessa incolumità vi diciamo che l’invasione è già iniziata!
Ma cambiare si può, ricacciamo gli invaders nello spazio profondo, smascheriamo una volta per tutte queste facce di gomma e plastica e gettiamo i replicanti nella discarica, per riappropriarci degli spazi intellettuali che ci competono, per tornare a una realtà pre-invasione, e soprattutto, per cortesia, smettiamo di rendere famose persone stupide.
Noi siamo la resistenza, noi, dalle basse frequenze radio del nostro quartier generale segreto, combatteremo e non smetteremo mai di cercarvi, di reclutare chi come voi ha udito la sirena e rispondendo all’appello vuole unirsi alla lotta. Il vostro interesse ci interessa.
Rimanete in ascolto e attendete istruzioni.
Stand by.